Arrivando dal casello autostradale uscita Como Sud e dirigendosi verso il centro di Como il primo monumento significativo che si incontra è la fontana di Camerlata.
"La Fontana di Camerlata sorge sulla piazza omonima ed è considerata “opera di perfetto e fragile equilibrio fra grandi cerchi posti su delle sfere”. L’opera risale al 1936 ed è Frutto della collaborazione tra l’architetto Cesare Cattaneo e il pittore astrattista Mario Radice. La Fontana fu commissionata dal Comune di Como per riqualificare uno dei luoghi d'ingresso alla città, piazzale Camerlata, già allora transitata da molti veicoli in quattro direzioni di marcia. Data la destinazione urbanistica del monumento, i progettisti idearono tale combinazione di anelli e di sfere ispirandosi alla pila di Alessandro Volta.
Ne uscì un’ "Opera di decorazione pura, esaltazione di belle forme ottenute con geometrica perfezione ... senza pretese di contenuto letterariamente simbolico o di destinazione funzionale": così Cattaneo e Radice illustravano, nel novembre del 1935, il loro progetto per la fontana. Un'opera astratta? Forse, e non a caso Mario Radice era un pittore astratto. Ma v’era dell’altro, e i due autori ne parlarono. La fontana fu costruita provvisoriamente nel Parco Sempione di Milano, ed esposta alla VI Triennale del 1936. Durante l'esposizione, l’opera suscitò molto interesse, e il consenso attorno ad essa fu espresso in numerosi studi e pubblicazioni.
Damiano Cattaneo, figlio di uno dei due progettisti, ricorda che "La fontana era stata progettata per essere vista in movimento dall’auto che girava intorno. È un monumento al traffico, che va ammirato dal traffico". da guide.TraveItalia.com
"La Fontana di Camerlata sorge sulla piazza omonima ed è considerata “opera di perfetto e fragile equilibrio fra grandi cerchi posti su delle sfere”. L’opera risale al 1936 ed è Frutto della collaborazione tra l’architetto Cesare Cattaneo e il pittore astrattista Mario Radice. La Fontana fu commissionata dal Comune di Como per riqualificare uno dei luoghi d'ingresso alla città, piazzale Camerlata, già allora transitata da molti veicoli in quattro direzioni di marcia. Data la destinazione urbanistica del monumento, i progettisti idearono tale combinazione di anelli e di sfere ispirandosi alla pila di Alessandro Volta.
Ne uscì un’ "Opera di decorazione pura, esaltazione di belle forme ottenute con geometrica perfezione ... senza pretese di contenuto letterariamente simbolico o di destinazione funzionale": così Cattaneo e Radice illustravano, nel novembre del 1935, il loro progetto per la fontana. Un'opera astratta? Forse, e non a caso Mario Radice era un pittore astratto. Ma v’era dell’altro, e i due autori ne parlarono. La fontana fu costruita provvisoriamente nel Parco Sempione di Milano, ed esposta alla VI Triennale del 1936. Durante l'esposizione, l’opera suscitò molto interesse, e il consenso attorno ad essa fu espresso in numerosi studi e pubblicazioni.
Damiano Cattaneo, figlio di uno dei due progettisti, ricorda che "La fontana era stata progettata per essere vista in movimento dall’auto che girava intorno. È un monumento al traffico, che va ammirato dal traffico". da guide.TraveItalia.com
Il significato attribuito dai comaschi va oltre il valore artistico e culturale, guardando la foto potete notare come i grandi anelli circolari siano mantenuti in posizione dalla sfera o palla che dir si voglia, detto in comasco "la stà in pè a ball" sta in piedi a palle.
Questo per introdurvi al ciclista alle prime armi che per accrescere i consensi viste le poche capacità tecnico atletiche sulla strada si inventa scrittore e recensore di biciclette.
Leggendo qua e la recensioni si nota l'incapacità ciclistica e si sostengono "grandi cerchi" con delle "sfere" per avere consensi e visibilità nei confronti
di chi si avvicina a questo magnifico sport.
La parola è libera a tutti fatto salvo di raccontare cose vere e non verosimili.
Mi fa riflettere molto la frase di un tizio che mi parlava del vuoto a perdere o della volpe e l'uva...fatti dimostrano che l'uva era acerba e il vuoto a perdere si ricicla al bisogno.
Nel popolo ciclista ci sono molti con la somiglianza della fontana in foto, senza le palle (non gli attributi) non stanno in piedi.
Dimenticavo io il muro di Sormano con la bici da corsa non l'ho mai fatto e non credo di farlo, in Italia girano personaggi che salgono alla Colma e per aver fatto una foto davanti alla sbarra dicono di essere saliti dal Muro.
Viva il ciclismo quello pedalato e raccontato con umiltà come fanno i nostri collaboratori. In questo periodo scriviamo poco perchè il tempo libero è dedicato alle pedalate. oggi piove e domani mattina si pedala anche con la pioggia, in culo alla balena a tutti gli amici del blog.
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